Investire nei Mercati Emergenti

Nessun uomo è un’isola

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Quando ci si occupa di un’area che copre centinaia di paesi, in quasi tutti i continenti e con qualsiasi fuso orario, non si deve sottovalutare l’importanza del lavoro di gruppo. Sono estremamente fortunato perché nel Templeton Emerging Markets Group posso contare su un team eccezionale, che attualmente comprende 90 professionisti, inclusi 52 analisti e gestori di portafoglio, che operano in 26 paesi e parlano 24 lingue. Non potrei fare il mio lavoro senza di loro! Negli ultimi 25 anni, ho avuto il piacere di lavorare con Tom Wu, le cui responsabilità nell’ambito della ricerca comprendono società a Hong Kong e nelle Filippine, oltre al settore bancario. È un autentico pioniere del nostro gruppo, che ha contribuito alla costituzione della nostra sede di Hong Kong e a gestire il nostro primo portafoglio in assoluto sui mercati emergenti. Ho pensato che fosse giunto il momento di presentare Tom anche ai nostri lettori, e quindi riporto qui di seguito una breve intervista con questo membro importantissimo del mio team.

 

Tom Wu

Senior Vice President, Senior Managing Director

Portfolio Manager, Templeton Emerging Markets Group

Entrato in Franklin Templeton nel 1987

Mark Mobius: Cosa ti ha inizialmente attirato e portato a intraprendere una carriera nel campo dell’asset management, e in particolare nei mercati emergenti?

Tom Wu: Ho studiato economia e finanza e lavorato come analista (per un anno e mezzo) e ho concluso che l’asset mangement sarebbe stata un’area in cui avrei potuto mettere a frutto la mia conoscenza ed esperienza lavorativa. Ero un analista giovane, che si occupava unicamente di società di Hong Kong, ed ho ritenuto i paesi emergenti affascinanti in virtù della diversità dei mercati e delle società.  

Mark Mobius: A tuo giudizio, qual è la sfida più grande cui il gruppo deve fare fronte ora e quella che hai affrontato nel corso della tua carriera in Franklin Templeton?

Tom Wu: La sfida è sempre stata la ricerca delle migliori occasioni d’investimento per i nostri clienti, e nel corso degli anni abbiamo ampliato il nostro raggio di ricerca e migliorato la nostra metodologia d’investimento allo scopo di vincere questa sfida. Le dinamiche settoriali sono in costante evoluzione ed è difficile prevedere i cambiamenti. Mi ricordo ad esempio che un tempo il settore delle telecomunicazioni era il preferito degli investitori nei mercati emergenti a causa della sua crescita elevata, ma ora non è più così.   

 

Mark Mobius: Come investitore, qual è l’elemento che al momento attuale ti entusiasma maggiormente nei mercati emergenti?
Tom Wu: Nei mercati emergenti vi sono numerose società sottovalutate, ben gestite, forti e in crescita. Riteniamo che esse abbiano le potenzialità per generare buoni rendimenti nel lungo termine. Ci piacciono soprattutto le aziende legate ai consumi, ad esempio quelle legate ai settori dei servizi per i consumatori, dei beni durevoli nonché degli alimenti e delle bevande, considerando che in generale il reddito pro capite nei paesi emergenti è in rialzo e queste aziende sono posizionate in maniera ideale per poter beneficiare di questa tendenza.

Mark Mobius: Torniamo a quando ci siamo conosciuti, nel 1987. Ricordi qualche aneddoto riguardo al modo in cui si conducevano allora le visite alla società ai fini della ricerca? 

Tom Wu: Ricordo la prima intervista. Mi avevi colpito come persona cordiale e pronta a prendere decisioni. Uno degli aspetti che caratterizzavano il nostro lavoro di un tempo, quando viaggiavamo per visitare le società, era la dipendenza dai fax per ricevere informazioni. Allora non esistevano ovviamente le e-mail, e tanto meno i cellulari. Talvolta il personale degli alberghi era così sommerso dai fax che ricevevamo, che ci consegnava il rotolo di carta tutto intero!

Mark Mobius: A parte la tecnologia, quale ritieni sia stato il maggiore cambiamento nel settore, o sui mercati, durante la tua carriera? 

Tom Wu: Quando abbiamo iniziato ad occuparci dei mercati emergenti, erano pochi quelli in cui potevamo investire direttamente: Singapore, Malesia, Hong Kong, Messico, Tailandia e le Filippine. Ora possiamo investire direttamente in circa 60 mercati emergenti. Inoltre, oggi possiamo avvalerci di strategie d’investimento più specializzate, ad esempio i BRIC e i mercati di frontiera, per rispondere alle esigenze dei diversi tipi di investitori.

Mark Mobius: C’è qualche aspetto del tuo lavoro, o dei mercati, che di tanto in tanto riesce ancora a sorprenderti? 

Tom Wu: Vi sono sempre fattori o eventi imprevisti che provocano cambiamenti e portano a risultati inaspettati. I mercati sono per natura volatili e le loro fluttuazioni talvolta mi sorprendono ancora.

Mark Mobius: C’è qualche consiglio particolare che hai ricevuto nella tua carriera e sul quale fai affidamento ancora oggi?

Tom Wu: Sono convinto dell’importanza per un investitore di avere un orizzonte temporale di lungo periodo.

Mark Mobius: Sono stati compiuti notevoli progressi negli investimenti  passivi e basati su indici, in particolare per quanto riguarda gli ETF. Perché credi nella gestione attiva, e a tuo giudizio che vantaggi apporta al portafoglio di un investitore? 

Tom Wu: Non siamo vincolati da una particolare serie di titoli di un indice nel quale possiamo investire, o da una specifica capitalizzazione di mercato. Prestiamo attenzione a vari aspetti che possono incidere sul valore di una società, ad esempio corporate governance, capacità manageriale, posizione competitiva e solidità finanziaria. Penso che la presenza sul campo che il nostro team può offrire sia estremamente preziosa soprattutto in mercati in cui pochi altri compiono ricerche.

Mark Mobius: Quali sono i tuoi interessi o le tue passioni fuori dal lavoro?

Tom Wu: Quando non lavoro, mi piace stare con la mia famiglia.

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