Investire nei Mercati Emergenti

Prospettive

Rally dei mercati emergenti alla ripartenza dell’economia nel secondo trimestre

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La pandemia di COVID-19 continua a incidere sulle economie di tutto il mondo quando emergono dal lockdown, compresi i mercati emergenti. Il nostro team azionario mercati emergenti offre una panoramica degli sviluppi dell’ultimo mese e analizza in che modo la pandemia stia guidando una tendenza verso la deglobalizzazione e le nuove innovazioni.

Tre fattori sui cui riflettere oggi

  1. Il rischio geopolitico è tornato in primo piano con l’acuirsi delle tensioni ai confini tra Cina e India: quest’ultima ha imposto misure economiche, tra cui la messa al bando di 50 app cinesi e l’annullamento dei contratti governativi con gli appaltatori cinesi.
    A nostro giudizio, il rinnovato impegno indiano a limitare le importazioni dalla Cina è difficile da rispettare in considerazione della dipendenza del paese dai prodotti finali cinesi, oltre che dalle materie prime/dai macchinari pr la sua filiera manifatturiera. Negli ultimi anni, gli sviluppi geopolitici riguardanti la Cina hanno suscitato clamore e incertezza nel breve termine, ma riteniamo improbabile che compromettano il percorso di ripresa del paese. Le ultime misure di stimolo, tra cui un’elevata spesa di bilancio, annunciate al Congresso nazionale del Partito alla fine di maggio, dovrebbero fornire stimoli positivi alla ripresa interna di più breve termine. Per il 2020
    il governo cinese non ha fissato un obiettivo esplicito di crescita economica a causa dell’alto livello di incertezza riguardo alla pandemia e alla situazione globale. Ha tuttavia sottolineato che l’occupazione e le misure sociali (protezione dei livelli di sostentamento di base) saranno le priorità fondamentali di quest’anno. Ciò implica il sostegno alla crescita e la prosecuzione degli stimoli politici mirati e calibrati – anche rafforzati, se necessario – in linea con l’orientamento finora seguito dai responsabili economici cinesi.
  2. La pandemia del COVID-19 continua ad animare la discussione sulla deglobalizzazione. Questo termine ha molti possibili significati: può riferirsi semplicemente alla rilocalizzazione di alcune imprese strategiche, a una minore dipendenza dalle catene di fornitura estere o alla creazione e/o al sostegno di eccellenze nazionali. Per alcuni, tuttavia, assume un significato più concreto. Ad esempio, il crollo degli accordi commerciali internazionali e delle organizzazioni e associazioni che li controllano. Finora, pochi elementi corroborano quest’ultima ipotesi. A nostro giudizio non tutti i paesi sono disposti a interrompere le relazioni commerciali in essere. In realtà, molti continuano a cercare nuovi accordi commerciali, approfondendo la loro integrazione con gli altri. Tra gli accordi commerciali recenti vi sono quelli tra l’Unione Europea (UE) e il Mercosur, mentre restano in via di definizione quelli tra gli Stati Uniti e il Regno Unito. Ci sono molti esempi positivi in tutto il mondo dei benefici del commercio e della sua capacità di creare ricchezza e opportunità per i paesi. Nel periodo 2009-2018, ad esempio, le esportazioni sudcoreane di beni e servizi sono aumentate quasi del 60%, contribuendo ad alimentare un aumento vicino al 30% dell’utile netto pro capite.1
  3. Mentre continuiamo a migrare verso un’economia globale basata sulla conoscenza, rileviamo la crescente importanza delle attività immateriali. Infatti, diversi mercati emergenti (ME) sono oggi leader nell’ innovazione in settori come l’e-commerce, l’e-learning, i pagamenti digitali e il mobile banking. Riteniamo che questa tendenza sia destinata a proseguire. Durante la prima epidemia di COVID-19 in Cina, ad esempio, una delle principali società di assistenza scolastica privata del paese è riuscita a migrare su una piattaforma online l’intera offerta di corsi di formazione offerti nei suoi centri didattici fisici sparsi in 100 città. Di fatto, ha significato spostare due milioni di studenti. Ci aspettiamo un’ulteriore accelerazione della penetrazione dell’insegnamento online in Cina nel medio-lungo periodo. Un’altra società nota per la sua piattaforma di e-commerce, ha diversificato il suo business espandendosi in nuovi settori nel corso degli anni. Durante il blocco, ha offerto l’accesso gratuito alla sua app di comunicazione che ha permesso a 600.000 docenti di insegnare a distanza. Ha anche aumentato il numero di sessioni di streaming in diretta sulle sue piattaforme di e-commerce, mentre milioni di persone erano confinate in casa durante il blocco. In tempi di crisi, la frequente necessità delle imprese di adattarsi rapidamente può portare ad adottare nuove tecnologie. Abbiamo visto la pandemia COVID-19 accelerare gli sviluppi tecnologici in tutto il mondo – forse cambiando in modo permanente il nostro modo di fare acquisti, imparare e ricevere servizi sanitari.

Prospettive

Crediamo che la pandemia del COVID-19 abbia messo in evidenza i punti di forza del mondo emergente, compresi i sistemi sociali, la governance e, in molti casi, l’assistenza sanitaria. Nell’ultimo decennio abbiamo anche assistito a solidi progressi in termini di riforme, sia dal punto di vista dei bilanci che delle imprese. Di conseguenza, la solidità finanziaria delle economie emergenti e i bilanci delle loro aziende si stanno dimostrando un utile fattore di resilienza durante la crisi. Prevediamo che continuerà ad accadere, soprattutto in Asia.

Ad esempio, ai primi segni del COVID-19, quando la portata della crisi non era ancora del tutto nota, molti investitori credevano che i ME come la Cina avrebbero avuto bisogno di una quantità significativa di stimoli fiscali e monetari per rimettersi in carreggiata.

Qualche stimolo si è visto anche nei ME ma nella realtà sono stati i paesi sviluppati a offrire la maggior fonte di stimoli, sia fiscali che monetari, a livelli senza precedenti che superano di gran lunga quelli visti durante la crisi finanziaria globale. Ciò ha spinto a interrogarsi su come alla fine si recupererà e ripagherà questo sforzo. Riteniamo che andrà a costituire un vero ostacolo che, almeno per qualche tempo, potrebbe ingenerare qualche difficoltà per i paesi sviluppati.

Considerando poi gli sviluppi nel mondo delle imprese – dove abbiamo osservato il ritorno in primo piano del concetto di modelli accelerati e di innovazione in tutta una serie di settori fra i quali la tecnologia, i beni di consumo e la finanza – siamo fortemente ottimisti su queste società e su alcune di queste economie.

Sviluppi e tendenze dominanti nei mercati emergenti

Nel secondo trimestre le azioni dei ME hanno recuperato posizioni, pur alle spalle dei mercati sviluppati. Un graduale allentamento dei blocchi indotti dal coronavirus in tutto il mondo, indicatori economici migliori del previsto, l’ottimismo sui potenziali trattamenti per il COVID-19 e un diffuso stimolo economico hanno prevalso sui timori di una seconda ondata di focolai e sulle rinnovate tensioni tra Stati Uniti e Cina. In prevalenza, le valute dei ME si sono rafforzate nei confronti del dollaro USA. L’indice MSCI Emerging Markets ha guadagnato il 18,2% nel trimestre, mentre l’indice MCSI World ha reso il 19,5%, entrambi in dollari statunitensi.2

Gli eventi più importanti nei mercati emergenti nel secondo trimestre del 2020

  • Le azioni asiatiche hanno brillato, con forti guadagni per tutti i mercati nel trimestre. L’efficace contenimento della pandemia da parte di Taiwan ha sostenuto il suo mercato azionario, dove le grandi aziende tecnologiche hanno messo a segno un rally. In India, i primi allentamenti delle misure di lockdown hanno fatto sperare in una ripresa dell’economia e favorito un apprezzamento azionario, nonostante il riacutizzarsi delle tensioni al confine tra India e Cina. Le quotazioni delle azioni sudcoreane sono aumentate, grazie agli stimoli monetari e fiscali introdotti dalle autorità a sostegno dell’economia, mentre gli investitori non hanno dato peso alle minacce militari provenienti dalla Corea del Nord. Le azioni cinesi sono avanzate sulla scia di dati economici incoraggianti, restando tuttavia al traino rispetto alla maggior parte degli altri mercati regionali. Il riemergere degli attriti fra Stati Uniti e Cina e un nuovo focolaio di coronavirus a Pechino hanno frenato l’umore degli investitori.
  • I mercati dell’America Latina hanno partecipato alla ripresa globale, grazie al sostegno derivante dall’aumento della mobilità per effetto dell’allentamento delle misure di distanziamento concesso dai governi. Argentina, Brasile e Cile guidano le classifiche regionali, mentre le quotazioni azionarie in Colombia, Perù e Messico, pur registrando guadagni a due cifre, si posizionano dietro i loro omologhi. In Brasile il clima economico è stato sostenuto dalle misure stabili di allentamento monetario: nel trimestre, la sua banca centrale ha tagliato il tasso d’interesse di riferimento dell’1,5%, fino al minimo storico del 2,25%. La maggiore cooperazione politica e i dati sull’attività economica migliori del previsto per il mese di aprile hanno ulteriormente aiutato il clima economico. In Messico, la debolezza dei dati macroeconomici e il declassamento del rating del credito sovrano hanno tolto efficacia agli sforzi di allentamento monetario della banca centrale. L’ulteriore pacchetto di stimoli ha migliorato il sentiment in Cile, mentre il declassamento del rating sul debito sovrano peruviano ha frenato il progresso di questo mercato.
  • I mercati dell’Europa, del Medio Oriente e dell’Africa hanno registrato un trimestre solido e vedono in testa al gruppo il Sudafrica, la Repubblica Ceca e la Polonia. Per contro, Qatar, Arabia Saudita ed Egitto sono rimasti arretrati rispetto agli altri paesi della regione. I titoli azionari sudafricani hanno recuperato posizioni quando gli investitori hanno scelto di ignorare i declassamenti del credito sovrano e di dare più peso alla graduale abolizione delle misure di blocco, ai dati migliori del previsto sul prodotto interno lordo (PIL) del primo trimestre e all’attuazione di misure di allentamento fiscale e monetario Anche l’indice di riferimento della Russia, trainato dal forte apprezzamento del rublo, dall’aumento del prezzo del petrolio e dall’allentamento delle misure di quarantena, ha registrato rendimenti a due cifre nell’arco del trimestre. Gli elettori hanno approvato un referendum costituzionale che permette al presidente Vladimir Putin di chiedere due ulteriori mandati, rimanendo di fatto al potere fino al 2036.

Prospettive regionali

Consulta la mappa cliccando su ogni singolo paese per leggere l’aggiornamento di mercato ed il nostro sentiment.
Verde=positivo, Rosso=negativo, Blu=neutrale

Il grafico riflette i pareri di Franklin Templeton Emerging Markets Equity relativamente a ciascuna regione e sono aggiornati su base trimestrale. Tutti i punti di vista riflettono unicamente
i pareri e le opinioni di Franklin Templeton Emerging Markets Equity. Non rappresentativo di un conto o portafoglio effettivo.

Prospettive regionali Periodo di tre mesi chiuso il 30 giugno 2020
ISO Code Nazione Sentiment Score Opinion
CN Cina 0.5 Si prevedono condizioni economiche ancora deboli anche se il COVID-19 si stabilizzerà, in quanto rimane un problema di portata globale. Tuttavia, la risposta politica del governo attenuerà probabilmente il suo impatto. Sarà probabilmente la Cina a recuperare per prima, escludendo la recente battuta d’arresto di Pechino. In generale, pensiamo che l’impero del Grande Dragone uscirà molto probabilmente rafforzato da questa crisi.
IN India 0.5 Fondamentali di lungo periodo, inclusi sotto-penetrazione del mercato, formalizzazione dell’economia ed un governo stabile, rimangono intatti. Tuttavia, l’inflazione strutturalmente contenuta e il potenziale miglioramento dei profitti aziendali sono controbilanciati da un rallentamento della crescita economica e dalle revisioni negative degli utili.
ID Indonesia 0 Le prospettive per i prossimi 12 mesi rimangono incerte. Il governo si è affrettato a riaprire l’economia nonostante l’aumento dei contagi da COVID-19 e dei decessi. Gli sforzi di contenimento dal COVID-19 in Indonesia sono tra i più deboli della regione ASEAN e anche il programma di stimoli del governo è risultato lento e inefficace.
KR Corea del Sud 0.5 La pandemia del COVID-19 ha deteriorato i macroindicatori, ma ci aspettiamo che la situazione si normalizzerà una volta superata l’emergenza. Tuttavia, l’acuirsi delle preoccupazioni per le normative governative e l’intensificarsi delle tensioni geopolitiche con la Corea del Nord meritano estrema attenzione.
TH Thailandia 0 Sebbene le prospettive interne di breve termine alla riapertura dell’economia appaiano migliori rispetto agli altri paesi ASEAN, siamo generalmente pessimisti a causa dei fattori seguenti: i) deboli prospettive del commercio globale; ii) calo degli arrivi turistici; iii) mancanza di investimenti privati per stimolare i consumi interni; iv) scarsa fiducia dei consumatori, in quanto l’impatto della siccità pesa sul reddito degli agricoltori e si traduce in un potenziale aumento della disoccupazione.
TW Taiwan 0.5 Le prospettive a breve termine rimangono negative in quanto l’epidemia di COVID-19 ha frenato l’economia globale. Anche lo shock petrolifero ha aggiunto incertezza e volatilità a livello globale. Nonostante il parziale accordo commerciale raggiunto fra gli Stati Uniti e la Cina, prevediamo il protrarsi delle questioni commerciali che contrappongono i due paesi. Delle restrizioni imposte
a Huawei risente anche la catena di fornitura, alla quale partecipano molte aziende tecnologiche taiwanesi. A nostro avviso le prospettive a medio e lungo termine rimangono tuttavia positive, data la diffusione del 5G e l’accelerazione della delocalizzazione della produzione dalla Cina.
PL Polonia 0.5 Secondo la Commissione europea, nel 2020 il PIL di questo paese segnerà la flessione più contenuta di tutti i membri dell’UE.
Gli interventi della banca centrale a sostegno dell’economia sono stati alquanto robusti, ma le difficoltà strutturali che ricomprendono
i fattori demografici e l’assenza di vere riforme pesano sulle prospettive del paese.
CZ Repubblica Ceca 0.5 Essendo un’economia dipendente dalle esportazioni, il contesto attuale rimane difficile. Tuttavia, le politiche governative potrebbero contribuire a sostenere l’economia in questi momenti di difficoltà.
HU Ungheria 0 La sua economia è fortemente integrata con quella dell’eurozona (e soprattutto con la Germania, che è uno dei principali esportatori mondiali). Una ripresa immediata è improbabile, vista la debolezza dell’economia globale. L’economia ungherese dovrebbe rimanere sotto pressione.
RU Russia 1 In un contesto di stabilità dei prezzi del petrolio e del rublo, le società dovrebbero beneficiare delle revisioni degli utili e dei migliori rendimenti azionari. La situazione politica dovrebbe rimanere stabile visto che le prossime elezioni presidenziali sono programmate nel 2024. Permangono tuttavia rischi macroeconomici elevati, a causa dei prezzi volatili delle materie prime, delle tensioni commerciali fra Stati Uniti e Cina e della possibilità di ulteriori sanzioni da parte degli Stati Uniti/dell’Unione Europea. Nel complesso, manteniamo una visione positiva in quanto i tassi d’interesse storicamente bassi in Russia dovrebbero aumentare gli investimenti locali nel mercato azionario. Tuttavia, le preoccupazioni riguardo al COVID-19 continuano a influenzare il sentiment di mercato.
PE Peru 0.5 Il Perù è un’economia relativamente aperta per gli standard dell’America Latina (le esportazioni rappresentano quasi un quarto del PIL), molto attiva nel settore dei metalli e degli scambi con la Cina che è il suo principale partner commerciale. Questo potrebbe aiutare il Perù ad essere tra le prime economie a beneficiare della normalizzazione delle attività in Cina, a differenza degli Stati Uniti che hanno reagito in ritardo per contenere l’epidemia di COVID-19. La grande diffusione del lavoro sommerso rende il Perù vulnerabile alle restrizioni dei flussi a causa delle misure di quarantena. Tuttavia, i piani del Perù per eliminare le misure di blocco in quasi tutto il paese ad inizio luglio dovrebbero contribuire a migliorare la situazione.
BR Brasile 0.5 La pandemia del COVID-19 avrà probabilmente un impatto durevole sull’economia del Brasile. La velocità e la forza della ripresa dipenderanno dalla capacità del governo di riprendere le sue ambiziose riforme economiche, che dovrebbero fungere da base per una crescita economica più sostenuta nel tempo e offrire un contesto economico migliore per le società. È probabile che i tassi d’interesse bassi continueranno a orientare i flussi interni verso le azioni.
MX Messico 0.5 Il Messico ha un’economia aperta (oltre un terzo del PIL) fortemente esposta agli Stati Uniti (verso i quali viaggia oltre il 70% delle sue esportazioni). La durata delle interruzioni dovute alle restrizioni dei flussi per contenere i contagi da COVID-19 determinerà la gravità del rallentamento. Inoltre, in Messico esiste una forte economia sommersa, che risentirà delle restrizioni ai servizi colpiti dalla quarantena.
QA Qatar 0.5 I rischi principali includono rallentamento della crescita economica, stalli e conflitti politici, nonché una costante debolezza della propensione agli investimenti.
KW Kuwait 0.5 Il Kuwait vanta un solido bilancio, ma un ritardo nella riforma e nell’emanazione della legge sul debito potrebbe erodere le finanze pubbliche. Il PIL non petrolifero è in qualche modo al sicuro, dato che il governo impiega prevalentemente kuwaitiani.
SA Arabia Saudita 0 Le prospettive non sono rosee e restano ancorate alla risalita dei prezzi del petrolio e agli sviluppi riguardanti il COVID-19.
Le consistenti riserve valutarie e gli asset del FIP (fondo di investimento pubblico) offrono un certo sollievo.
AE EAU 0.5 Ci aspettiamo 12 mesi difficili, dato l’impatto del COVID-19 e i bassi prezzi del petrolio, anche se gli EAU rimangono tra i paesi meno dipendenti dal petrolio e con i migliori risultati in termini di riforme fiscali. Permangono rischi sull’immobiliare e potrebbero emergere tensioni sulla qualità degli asset bancari oltre che sulle entità legate al governo di Dubai.
EG Egitto 0.5 Ci aspettiamo che la crescita rimanga positiva e si rafforzi gradualmente, mentre la spesa voluttuaria potrebbe continuare a patire. Osserviamo una flessione dell’inflazione con scarso rischio di aumenti dei tassi e prevediamo un lieve deprezzamento della valuta.
KE Kenya 0 Le prospettive restano deboli.
NG Nigeria 0 Il rischio di un’ulteriore debolezza valutaria rimane elevato, mentre la fragilità del contesto politico e macroeconomico alimenta la debolezza del mercato azionario.
ZA Sudafrica 0 Le prospettive restano limitate e dipendono dal governo. Il 2020 sarà probabilmente più difficile del previsto, con ulteriori pressioni per effetto di un indebolimento del contesto globale e dell’umore dei mercati.

Quali sono i rischi?

Tutti gli investimenti comportano rischi, inclusa la possibile perdita del capitale. Il valore degli investimenti può subire rialzi e ribassi; di conseguenza, gli investitori potrebbero non recuperare l’intero ammontare del proprio investimento. I prezzi delle azioni subiscono rialzi e ribassi, talvolta estremamente rapidi e marcati, a causa di fattori che riguardano singole società, particolari industrie o settori o condizioni di mercato generali. I prezzi delle obbligazioni si muovono di norma in direzione opposta a quella dei tassi di interesse. Pertanto quando i prezzi delle obbligazioni in un portafoglio d’investimento si adeguano a un aumento dei tassi d’interesse, il valore del portafoglio può scendere. Gli investimenti esteri comportano rischi particolari quali fluttuazioni dei cambi, instabilità economica e sviluppi politici.

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1. Fonte: La Banca Mondiale.

2. Fonte: MSCI. L’indice MSCI Emerging Markets rappresenta le società ad alta e media capitalizzazione in 24 mercati emergenti. L’Indice MSCI Europe è una rappresentazione delle performance delle società ad alta e media capitalizzazione in 23 mercati sviluppati. Gli indici non sono gestiti e non è possibile investire direttamente in un indice. Non tengono conto di commissioni, spese od oneri di vendita. La performance del passato non costituisce un’indicazione od una garanzia di risultati futuri. MSCI non rilascia alcuna garanzia e non si assume alcuna responsabilità in merito ai dati MSCI riprodotti nel presente documento. Non è consentita alcuna forma di ulteriore ridistribuzione o utilizzo.
La presente relazione non è redatta o sponsorizzata da MSCI. Importanti comunicazioni del fornitore dei dati e i termini sono disponibili alla pagina www.franklintempletondatasources.com.

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